E non accontentarti di niente di diverso solo perché sei stanca di aspettare.
Ci ho riflettuto molto negli ultimi tempi, dei mesi che sono stati un po’ difficili per me, per usare un eufemismo.
Dopo le classiche fasi della rabbia e della disperazione ho cominciato a chiedermi cosa potessi fare per migliorarmi, per capire ed evitare di sbagliare di nuovo.
È così che mi sono resa conto di non avere una grande stima di me stessa. Il primo grande errore della mia vita.
Quando non ti reputi mai abbastanza (ma abbastanza per cosa, poi?) ti sembra che ogni cosa che capiti nella tua vita sia un dono eccezionale che non puoi assolutamente rifiutare.
Ecco perché mi sono trovata spesso nelle situazioni sbagliate, decidendo di rimanerci perché pensavo di non meritare niente di diverso.
Un giorno, però, mi sono svegliata e mi sono resa conto dell’importanza della persona con cui passerò il resto della mia vita: me stessa.
Ho deciso di scrivere su carta la prima frase che mi è saltata in mente: “Non accontentarti di niente di meno di ciò che meriti“.
E con il passare del tempo mi sono ritrovata a leggere più e più volte quel pezzetto di carta, quella manciata di parole.
Le ho rilette per darmi forza, per credere in ciò che Dio ha in serbo per il mio futuro, per ripetermi che è bene aspettare se il premio finale è ciò che merito davvero di avere.
E non devo accontentarmi solo perché sono stanca di aspettare.
Devo smetterla di accettare delle situazioni che mi fanno star male, che mi fanno bruciare lo stomaco e piangere la notte, perché la verità è che non lo merito e adesso ne sono finalmente consapevole.
Ora so che se una situazione mi fa soffrire la cosa migliore che io possa fare è prendere le distanze e andare oltre. Mettermi nelle mani di Dio perché Lui sa ciò che fa.
Ho avuto questa rivelazione quando mi sono trovata a piangere per l’ennesima volta sulla spalla di un’amica, chiedendomi cosa avessi di così sbagliato.
Il ragazzo che frequentavo da circa due anni mi aveva appena detto di non amarmi più e ho sentito il mio mondo crollare, da un giorno all’altro.
Mi sono chiesta se avessi commesso degli errori, se fossi diventata una persona noiosa, mi sono lamentata e ho pianto all’infinito.
Poi ho capito che continuando a piangere non avrei risolto niente. Dovevo lasciar andare e continuare la mia vita.
A volte le cose non vanno come avevamo sperato, e va bene così. Evidentemente non eravamo fatti per stare insieme e Dio lo sapeva.
Non voglio mentire. Ancora oggi sussulto ad ogni notifica sul mio telefono, perché spero che lui mi contatti per dirmi di essersi reso conto dei propri errori.
Lo spero, ma questo non vuol dire che ciò accadrà davvero. Non si può obbligare una persona ad amarti.
L’attesa dell’uomo giusto è sfiancante e fatta di mille prove ed errori. Sembra quasi che non abbia fine, che sia un lunghissimo percorso ad ostacoli senza linea del traguardo.
Ma ho fede in Dio e so che tutte le prove che ho affrontato fino ad ora mi stanno solo temprando e facendo crescere come donna, in modo che io possa riconoscere la persona giusta quando l’avrò davanti.
Ecco perché prego a Dio e a me stessa di non essere debole, di non cedere e continuare a puntare al meglio, senza più accontentarmi per paura di rimanere sola. Perché sola non lo sarò mai.
“Poiché io conosco i pensieri che ho per voi“, dice l’Eterno, “pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza” (Geremia 29:11).