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Sono l’altra, e amare il tuo compagno fa male anche a me

Sono l’altra, e amare il tuo compagno fa male anche a me

E dopo tutto questo tempo, spero ancora che ti lasci.

Provo dei sentimenti per lui, così come sono certa che lui ne provi per me.

Quando usciamo insieme, pur dovendo nasconderci, ci teniamo le mani perché sentiamo il bisogno di essere vicini, di toccarci, di stringerci.

Scherziamo, ridiamo, parliamo di tutto e il tempo passato insieme vola sempre molto, troppo velocemente.

Conosco ogni centimetro della sua pelle, le sue piccole rughe di espressione, e lui conosce lo stesso di me.

So quale è il suo piatto preferito, cosa ordina sempre da bere per accompagnare una pizza, e anche lui potrebbe ordinare ciò che desidero a occhi chiusi.

Sembra un vero e proprio idillio e, in molti casi lo è davvero. Mi sento felice, completa, amata.

Un giorno, però, la realtà dei fatti emerge dalla superficie e io sono costretta a scontrarmici contro, non riesco a evitarlo.

Basta essere al ristorante, insieme, e che intraveda qualcuno che gli sembra di sua conoscenza. E che osserva con terrore per un attimo troppo lungo.

Il primo riflesso è quello di riprendere la fede, nascosta in una tasca, e rimettersela prontamente al dito.

Io intravedo il riflesso consueto di quell’anello e all’improvviso ricordo tutta la sofferenza nascosta dietro la nostra frequentazione.

Il mio cuore si restringe mentre ci affrettiamo a pagare il conto e uscire da locale, senza neanche finire ciò che il cameriere ci aveva appena portato da mangiare.

Una volta fuori dal ristorante, lui si scusa di tutto questo, mentre io preferisco rimanere in silenzio e farmi accompagnare a casa, trattenendo il più possibile le lacrime che si accumulano nei miei occhi.

Forse, dopo anni che questa situazione va avanti, potresti pensare che ci si abitui a vivere così.

Ma non è vero.

Ancora sussulto ogni volta che incontriamo una persona di sua conoscenza, essendo costretta a nascondermi subito in un negozio o persino dietro una pianta per non farmi vedere con lui.

A dire il vero, non è che succeda così spesso, ma non per questo è meno doloroso.

Suppongo però che la colpa sia mia.

Non ho mai richiesto qualcosa di più, ho sempre trattenuto le mie emozioni, come la gelosia al suo rientro a casa dalla compagna, o la sofferenza connessa al desiderio di potersi frequentare alla luce del sole, senza stratagemmi e bugie.

Quindi perché lo faccio? Perché tante persone come me lo fanno?

All’inizio, sicuramente, sembra una situazione allettante. Libertà completa! Tu non puoi pretendere niente dall’altro così come l’altro non può pretendere niente da te.

Ero una donna sicura di sé, che non aveva intenzione di compromettere la propria vita per un rapporto sentimentale.

Sentivo di aver bisogno di un uomo, beh, soltanto per una ragione nota a tutte, e pensavo che la vita di coppia non facesse davvero per me.

Quindi mi sono detta, frequentare un uomo già impegnato non è forse il modo perfetto per ottenere ciò che cerco? E se ha anche dei figli, ancora meglio.

Non cercherà mai niente di più da me, niente messaggi e chiamate a ogni ora del giorno e della notte, niente richieste.

Avrei potuto godere di tutto lo spazio che desideravo, senza lamentele dall’altra parte. Sarebbe stata una frequentazione tranquilla e priva di ogni forma di stress.

Succede spesso, però, che una frequentazione nata come cosa alla leggera presto si evolva in qualcosa di molto più profondo.

Forse sono state tutte quelle affinità che abbiamo scoperto sempre di più passando del tempo insieme, forse sono state le difficoltà che ci siamo confidati a vicenda, trovando inaspettatamente un supporto nell’altro. In ogni caso, ci siamo progressivamente legati.

E da un rapporto nato per soddisfare solo certe esigenze, è nato un rapporto sentimentale vero, di quelli con gli occhi che sorridono, che scintillano alla vista dell’altro.

Abbiamo imparato a conoscerci in tutte quelle sfaccettature che caratterizzano le nostre personalità, le nostre vite si sono intrecciate a tal punto da rendere difficile separarle.

Ma, all’inizio, non avevo pensato alle cadute connesse a un rapporto del genere.

Perché sì, ci sono moltissime ragioni per cui amare un uomo impegnato fa soffrire le donne come me, “le altre“.

Ho sempre creduto che sarebbe stata una situazione facile da gestire e mai avrei pensato di poter aver bisogno di lui nella mia vita.

Mai avrei pensato di potermi innamorare, tanto meno che tale sentimento potesse essere ricambiato.

Quello che pensavo potesse essere un rapporto libero e alla leggera è diventato fonte di grande stress. Ci dobbiamo nascondere.

Il tempo che possiamo passare insieme è sempre limitato affinché non nascano dei sospetti nella sua compagna.

Al tempo stesso mi sento arrabbiata e gelosa, a volte soffro così tanto da chiedermi come possa rimanere in piedi.

Odio sentirmi la seconda scelta, eppure resto in questa situazione. Lui mi ripete dei suoi sogni su un futuro insieme a me, che un giorno lascerà la compagna per stare con me.

E una parte di me ci crede, anche se l’altra è fin troppo consapevole della realtà dei fatti. Eppure resto qui.

Abbiamo un legame così intenso che mi sono convinta che la mia vita sarebbe solo peggiore senza di lui. Preferisco quasi la sofferenza di dover condividere il suo amore.

Ci sono così tante canzoni che descrivono quello che provo, e so di non essere né la prima né l’ultima a trovarsi in questa situazione e a provare queste emozioni così intense, dei sentimenti contrastanti che non mi sarei aspettata di sentire.

Quando sento quei testi mi sento meglio. Mi sento meglio perché mi rendo conto di non essere sola. Ma non per questo smetto di pensare alla sua vita, a quella vera.

Cosa starà facendo con la sua compagna? Staranno forse andando da qualche parte? Si diverte forse di più con lei? Mi sta pensando?

Anche se il nostro amore non vacillava, la nostra relazione cominciava a farlo. E sapevo quale fosse la cosa giusta da fare, anche se ho provato a tutti i costi di ignorarla.

Un giorno ho deciso che non potevo più vivere così, e ho chiuso il nostro rapporto.

Mi sono svegliata decisa, motivata, consapevole di quale fosse la cosa migliore che potessi fare nei miei confronti e nei confronti della sua compagna.

Mentre realizzavo tutto ciò, le lacrime scendevano copiose sul mio volto. Ormai, però, avevo preso una decisione senza punto di ritorno.

E quando gliel’ho comunicata, inizialmente era incredulo. Mi ha chiesto di ripensarci su, di prendermi qualche giorno per rifletterci, ma io non ne avevo bisogno.

Ero decisa e intenzionata a chiudere ciò che avevamo. Non c’era modo che potessi cambiare idea. E così è finito tutto.

Senza grandi e plateali addii, senza litigi drammatici. Siamo rimasti in contatto per qualche giorno e poi quel cordone che ci legava è sbiadito lentamente.

Dietro il mio silenzio c’era una grande sofferenza. Ma ho deciso di farmi forza e di resistere. Sono rimasta a letto per non so quanto tempo, dimenticandomi di fare tutto ciò che mi rendeva una persona umana.

Le persone che avevo attorno si sono trovate di fronte a questo cambiamento improvviso e non sapevano come reagire, semplicemente perché non erano a conoscenza del motivo reale della mia sofferenza.

Hanno provato a far di tutto per risollevarmi il morale, ma mi sentivo a pezzi, come se mi mancasse una parte di me.

E poi, un giorno, mi ha chiamato. Voleva farmi sapere che sua moglie ormai sapeva tutto. Che lui mi amava e non poteva più vivere senza di me.

Però, non si sentiva ancora pronto. Mi ha chiesto se avessi potuto aspettare, portare pazienza per un altro po’ di tempo.

Mi ha detto che saremmo stati liberi di vivere la nostra relazione non appena i figli avessero ripreso la scuola, dopo le vacanze.

Con il cuore in corsa, ovviamente ho detto , che lo avrei aspettato, che anche io avevo bisogno di lui e che lo amavo, che non avevo mai smesso di amarlo.

I mesi seguenti sono stati delle montagne russe dal punto di vista emotivo. Passavamo insieme molto tempo, pur dovendo ancora nasconderci.

Parlavamo dei nostri sogni futuri, delle nostre prospettive, di ciò che avremmo fatto insieme.

Guardavamo gli annunci delle case e sognavamo di acquistarne una per noi e, perché no, per i nostri futuri bambini.

Il mio cuore aveva desiderato così tanto sentire parole del genere e voleva credergli con tutte le sue forze. Ma il mio cervello la sapeva più lunga.

Ho atteso per giorni e giorni, per mesi che mi sembrarono anni. Ho visto che lui e la compagna avevano acquistato una nuova macchina, dei nuovi mobili per il salotto.

Nel frattempo, io non sapevo più dove collocarmi.

Ci frequentavamo quando sua moglie era presa dal lavoro e in quei momenti lo sentivo pienamente mio.

Riprendevamo a parlare dei nostri sogni e desideri, dei nostri bisogni che potevano essere soddisfatti solo dall’altro.

La ripresa della scuola arrivò e il mese di settembre passò più velocemente del previsto. E nulla era cambiato. Lui era sempre con la compagna e io restavo da sola, restavo sempre “l’altra”.

Ci ho creduto e, pazzo il mio cuore, continua a crederci ancora, mese dopo mese, anno dopo anno. Anche se il mio cervello mi dice altro, ho deciso di non ascoltarlo.

Voglio credere in ciò che amo, voglio credere in lui, anche se continua a deludermi.

Un giorno, forse, arriverà il mio momento e tutte queste sofferenze finiranno.