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L’impatto dell’ansia sulla mia vita

L’impatto dell’ansia sulla mia vita

Vivere con un’ansia costante è difficile.

Spesso gli altri non si rendono conto che non c’è un pulsante “on/off” che ti permette di disattivare l’ansia quando vuoi.

Purtroppo non basta un “Ma dai, non ti preoccupare” per rimettere tutto a posto.

Per quanto riconosca di eccedere nelle mie riflessioni, se cerco di farne a meno cado nel panico più totale.

Mi sento come se mi stessi per fare bungee jumping senza imbragatura. E chi avrebbe il coraggio di saltare senza la certezza di sopravvivere?

Ogni minima cosa mi crea dell’ansia perché non riesco a vederla senza implicazioni. Il mio miglior amico è il caro vecchio SE.

E se ciò che mi era stato scritto in quel messaggio intendeva altro?

Di quanto scenderebbe il mio voto se avessi fatto quell’errore nell’esame di ieri?

Cosa potrebbe succedere se il mio comportamento fosse stato frainteso?

Questa è la mia vita quotidiana, non riesco a prendere niente alla leggera. Una persona per strada non ha risposto al mio saluto? Deve odiarmi.

Un amico non ha riso ad una mia battuta? Oddio, sono noiosa e lui si sta cominciando a stufare di me.

E ogni volta che sorgono i miei mille dubbi, ecco che arrivano gli altri compagni. Il mal di stomaco. Il senso di inutilità. La sensazione di essere invisibile.

Vivo le mie amicizie, anche quelle più storiche, con la stessa ansia. Ogni volta che ricevo un semplice messaggio cerco significati nascosti.

Evito di fare proposte perché ho sempre paura di ricevere un no, di disturbare l’altro.

E le volte in cui prendo coraggio e decido di proporre qualcosa, se ricevo un sì, spesso e volentieri penso che il mio amico abbia solo voluto essere educato.

Anche se razionalmente so che mi vuole bene e apprezza la mia compagnia, a volte non riesco a fare a meno di pensare il contrario. E questa riflessione mi rende ansiosa.

Penso, rimugino, rifletto su ogni situazione più del dovuto perché voglio esser certa di aver capito tutto fino in fondo. Se solo non fosse che, temo, finisco per distorcere io stessa la realtà.

Ne sono consapevole, ma non riesco a farci niente. È più forte di me.

Il bicchiere, dal mio punto di vista, è sempre mezzo vuoto. Non riesco a vedere l’altra metà perché sono troppo impegnata a cercare di schivare tutte le situazioni imbarazzanti e negative che mi potrebbero capitare.

La mia paura più grande è di mettermi in ridicolo di fronte agli altri.

E questa paura non mi rende spontanea quando sono in gruppo, perché o rimango completamente in silenzio o eccedo, finendo per mettermi in imbarazzo in ogni caso.

Per non parlare di quando conosco una persona nuova, soprattutto in una prospettiva amorosa.

E se non gli piaccio?

Che succederebbe se dicessi la cosa sbagliata?

Come mi sentirei se mi stesse prendendo in giro?

E se non fossi alla sua altezza?

La paura di essere rifiutata e di prendere una batosta mi spinge a non farmi mai avanti, a rifiutare anche solo l’idea di qualcuno che possa essere interessato a me perché, nella mia mente, è impossibile che ciò accada.

O magari può accadere, ma sono certa che non durerà a lungo.

E quando finirà, a quel punto io ci starò male. Mi sentirò ferita. In imbarazzo. Di nuovo sola. Tanto vale non provarci nemmeno, quindi.

Perché rischiare quando posso restare protetta nella bolla di ansia e preoccupazioni che mi sono creata.

Uscirne vuol dire soltanto esporsi a rischi inutili, trovare una conferma a tutte le mie ansie e supposizioni catastrofiche.

Come posso piacere ad un’altra persona se non piaccio neanche a me stessa? Come posso essere amata se io stessa non mi amo?

Non ho mai creduto alla sincerità dei complimenti che mi sono stati fatti nel corso della vita. Io, bella? Intelligente? Addirittura simpatica? No, ci deve essere un errore.

Non ci credo perché, ai miei occhi, ciò che più mi definisce è l’ansia stessa che provo.

Come posso essere simpatica se metto in dubbio ogni singola cosa che dico o che mi viene detta?

Il punto è che vorrei davvero andare oltre. Ma ho troppa paura del giudizio degli altri, di scoprire che la mia ansia aveva ragione quando aveva previsto quel finale imbarazzante.

Così spesso e volentieri preferisco non rischiare.

Ma la vita è forse questa? Rimanere chiusa nella mia bolla senza espormi in ogni esperienza che mi viene offerta?

Devo e voglio cambiare, ne sono convinta. Voglio scoprire il mondo.

È giunto il momento che io senta di poter parlare liberamente con i miei amici e anche con le persone che non conosco.

Mi sento pronta a mostrare le mie vulnerabilità. La devo smettere di vedere solo e soltanto i miei difetti.

Perché ho molto altro da offrire.

Ed è giunto il momento che anche gli altri lo vedano.